lunedì 11 maggio 2015

LA MEMORIA STORICA A BOLOGNA VISITA LA MOSTRA “DA CIMABUE A MORANDI” E IL “QUADRO DEL DOMENICHINO” PROVENIENTE DA BRISIGHELLA DAL CONVENTO DI S. FRANCESCA ROMANA

Foto Verter Panzavolta

Del quadro del Domenichino e di come finì a Bologna, riporto una sintesi da: Un ministro di Pio IX a Brisighella, Briciole brisighellesi, n. 1. Per gentile concessione  della prof. Clementina Missiroli.
“Elena Fabbri, più giovane del fratello Edoardo essendo nata nel 1789, aveva sposato Luigi Lega portando una dote di 7000 scudi, come registra il notaio di Cesenatico Marco Fiorentini nell’atto del 3 agosto 1814. Che il marito avesse ventisette anni più di lei, non costituiva un problema a quei tempi. I Lega erano pur sempre tra i notabili del paese: Luigi, repubblicano della prima ora, aveva fatto parte della Municipalità nel 1797 all’arrivo dei Francesi e il fratello don Michele, era Prevosto ossia “principalis dignitas” del collegio dei canonici. Non costituiva un problema nemmeno una vicenda poco chiara di cui Luigi Lega era stato protagonista anni prima, nella transazione di una grande pala d’altare di Domenico Zampieri, detto “Il Domenichino”: un “S. Pietro martire” che si trovava nel convento di S. Francesca Romana (ora Palazzo Bernabè n.d.r)  fin dalla sua erezione nel 1632. I fatti in breve si erano svolti così. Nel 1801, a seguito della legge emanata dal governo cisalpino che avocava a sé tutti i beni dei soppressi conventi, il Lega fu incaricato, per quelli di Brisighella, di redigerne l’elenco e stimarne il valore. Col quadro del Domenichino, che fece valutare da un falegname, si tenne piuttosto basso, 10 scudi appena, e fu pronto ad acquistarlo quando venne messo all’asta a Forlì, “per riportarlo in patria e consegnarlo alla Comunità” come dichiarò lui stesso, “per tenerselo o rivenderlo al momento opportuno” come sostenevano i suoi detrattori. La cosa suscitò un certo scalpore non solo nell’ambiente paesano e arrivò all’orecchio del Commissario governativo che ingiunse al Lega di riportare immediatamente l’opera a Forlì, minacciando una denuncia. Fu così che il quadro del Domenichino lasciò questa volta per sempre Brisighella e chi oggi vuole ammirarlo deve recarsi a Bologna, nella Pinacoteca Comunale, dove è custodito. Il Lega non subì conseguenze penali, ma su di lui restò un’ombra di sospetto.”
Brano tratto da: C. Missiroli, Un ministro di Pio IX a Brisighella, Briciole brisighellesi, n. 1
Chi era il “Domenichino” clicca: http://it.wikipedia.org/wiki/Domenichino


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