Il vasto allevamento realizzato
a San Cassiano. I prodotti sono destinati a ristorazione, medicina, cosmesi,
termalismo
FRANCESCO DONATI –Corriere
Romagna - Brisighella.
Novità nella valle del Lamone: un allevamento di lumache avviato a San Cassiano
da tre giovani imprenditori. Hanno realizzato un impianto modello, capace di
accogliere un completo ciclo biologico. A giorni vi sarà la prima "
raccolta" : qualcosa come 300 chili di lumache. Si tratta di uno dei pochi
allevamenti italiani di elicicoltura per ristorazione, ma non solo: medicina,
cosmesi, termalismo. E' una delle nuove frontiere dell'agricoltura nel campo
della diversificazione produttiva. Qualcosa di simile esiste soltanto in
Piemonte, a Reggio Emilia e in Sicilia. La resa, qualora l'allevamento funzioni,
è notevole, forse quanto il tartufo. Non tanto per la carne, ma soprattutto per
la pregiatissima bava che vale come l’oro, i cui costi si aggirano sui 60mila
euro al kg. «Avevo un terreno incolto di famiglia a San Cassiano - racconta
Giacomo Bausi, che insieme agli amici Alessandro e Giorgio è l'artefice dell'impresa
-. Cosi dopo una ricerca di mercato che ci ha portato ad escludere lombrichi e
struzzi, abbiamo deciso di destinare mezzo ettaro a questo tipo di coltivazione.
Per partire abbiamo realizzato l’impianto, quindi abbiamo comprato 24mila
lumache dall'Istituto nazionale di elicicoltura a Cherasco in provincia di Torino,
dove converge la massima parte della produzione italiana». Il terreno che
ospita l’allevamento è recintato con lamiera zincata, affinchè i molluschi non
possano uscire: «Non sembra, ma si muovono parecchio - spiega Bausi - e la
lamiera a contatto con la terra produce una piccola scarica elettrica,
sufficiente a non farle scappare».
All’interno vi sono due zone distinte: quella per la riproduzione
(circa la metà) dove sono coltivati cavoli, lattuga e girasole selvatico, e una
per l'ingrasso dove le lumache vengono alimentate a parte. L'habitat va tenuto
costantemente bagnato tramite un efficiente impianto di irrigazione Per la
raccolta non c’è bisogno di cercare tra cavoli e insalata: le lumache tendono a
radunarsi in apposite canaline di rete sempre umide da cui è semplice
asportarle. «La prima raccolta dovrebbe restituirci la quantità di lumache
immesse - continua l'allevatore-e considerato che ciascuna nel frattempo ha deposto
in media sei uova, abbiamo dato inizio ad un promettente ciclo». In inverno
l'allevamento si ferma perché le lumache vanno in letargo, perciò solo a
primavera inoltrata vi potrà essere un nuovo raccolto. Allevarle comunque non è
semplice: il terreno richiede manutenzione e protezione da topi e animali
antagonisti.
La resa è sorprendente: «Ristoranti e trattorie le pagano intorno ai 10
euro al kg - spiega Bausi -. Ma è dalla bava che viene il maggior guadagno; ora
esiste un macchinario per estrarla e impiegarla in cosmesi, per sciroppi contro
la tosse, negli stabilimenti termali».
La carne è pregiatissima, seppure in Italia non sià molto diffusa a
differenza di Francia, Spagna
e Grecia. Secondo Bausi <<ci sono già molte richieste da parte di
ristoratori e trattorie». In zona invece è il vicino agriturismo "La corte
dei Mori il primo che dovrebbe averne la disponibilità.
Nessun commento:
Posta un commento