Parco monumenti ai caduti e l’opera di Rambelli
giovedì 31 maggio 2012
GIOVANNI LIVERZANI: UN CAMPIONE E PRIMATISTA MONDIALE BRISIGHELLESE.
TESSERATO PER LA SOCIETÀ Tiro a Segno Milano, è uno dei migliori atleti italiani della pistola in assoluto, senza dubbio il più bravo degli anni Settanta. Vince nel ’61 il suo primo titolo di campione d’Italia nella pistola automatica. Poi nel ’62 prende parte ai Mondiali al Cairo e conquista con la squadra composta da Mazzoni, Varetto ed Amicosante il bronzo, individualmente e ventiquattresimo. Nel ’64 è alle Olimpiadi di Tokyo dove si classifica trentunesimo e lo stesso anno conquista il titolo italiano categoria maestri. È secondo ai campionati italiani del ’65 e lo sarà anche nel ’66 e ’67. Partecipa agli Europei del ’65 al Cairo e nella pistola automatica è trentaquattresimo con l’Italia ottava, poi ai Mondiali di Wiesbaden nel ’66, dove chiude in trentasettesima posizione con l’Italia quinta. Nel ’68 è alle Olimpiadi di Città del Messico e si classifica ottavo. Nel 1969, dopo il secondo posto agli assoluti, si aggiudica il campionato d’Europa a Pilsen in Cecoslovacchia con 593 punti, risultato che l’anno prima gli avrebbe fatto conquistare l’oro olimpico, è quarto con la squadra. Nel ’70 vince il titolo mondiale e con 598/600 stabilisce il nuovo primato mondiale, inoltre è bronzo con la squadra. Nel ’72 vince il titolo italiano, complessivamente in carriera ne conquisterà sei, poi prende parte a Monaco alla sua terza Olimpiade, dove si classifica sesto. Quindi decide di ritirarsi dall’attività nel 1974, diventando per alcuni anni responsabile azzurro della pistola automatica.
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PISTOLA DEL RECORD MONDIALE LIVERZANI 1970
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mercoledì 30 maggio 2012
martedì 29 maggio 2012
domenica 27 maggio 2012
E I “TESORI” FINIRONO NEL RIPOSTIGLIO
LETTERA APERTA RICEVUTA.
La mostra “Tesori Nascosti”, che includeva anche
una tela del Guercino, allestita al secondo piano del Museo Civico “G. Ugonia”
di Brisighella, è stata smontata e le preziose opere accatastate in un deposito
adiacente alle sale espositive. Quando l’esposizione venne inaugurata il 27
dicembre 1997, alla presenza delle autorità religiose e civili, dal sindaco
Tiziano Samorè al card. Achille Silvestrini, dal novello vescovo di Ascoli
Piceno mons. Silvano Montevecchi al Direttore Generale dell’Istituto per i Beni
culturali dell’Emilia Romagna, non solo i brisighellesi, ma anche turisti,
studiosi e amanti dell’arte si compiacquero di trovare in una piccola realtà
come Brisighella una tale concentrazione di capolavori, opere che fino ad
allora erano stati difficilmente visibili e che spesso si trovavano in precarie
condizioni di sicurezza e di conservazione. I fiori all’occhiello erano più di
uno: il presepe in terracotta policroma della fine del Quattrocento proveniente
da Zattaglia, la grande tela del Guercino datata 1618, una tavola di Giovan
Battista Bertucci il Giovane, e ancora una Crocifissione di Nicolò Paganelli,
due vedute settecentesche di Brisighella di Pietro Piani, oggetti di
oreficeria, ceramiche, sculture. A queste si aggiunse, dopo un delicato
restauro sovvenzionato dalla Soprintendenza, la terracotta dipinta a freddo
raffigurante la Madonna del Popolo, oggetto di venerazione da parte di
generazioni di brisighellesi. La mostra
era inoltre un bell’esempio di collaborazione di diverse Istituzioni locali,
proprietarie delle opere: Comune di Brisighella, Parrocchia di S. Michele
Arcangelo, Curia vescovile di Faenza, U.S.L. di Ravenna, unite da un unico
intendimento: consentirne la visibilità, in un ambiente che ne garantisse la
sicurezza e la conservazione. Il
curatore della mostra, Giorgio Cicognani, aveva scelto come sottotitolo “Dal
territorio al Museo Civico” per sottolineare il radicamento nella storia della
Comunità di questa iniziativa che ben si affiancava alle collezioni grafiche di
Giuseppe Ugonia: il maestro litografo infatti aveva sempre mostrato attenzione
e amore per l’arte della sua terra, anzi la mostra si poneva come omaggio alla
sua memoria e al suo insegnamento. Ora,
lascia stupiti e indignati la scelta di sottrarre all’ammirazione dei visitatori
tale prezioso e ricco materiale!
Questa lettera aperta vuole essere una denuncia
della attuale situazione e anche un appello rivolto innanzitutto
- agli
amministratori che hanno potere decisionale affinchè, nel pur giusto intento di cambiare e di favorire giovani
artisti, non riservino una destinazione così punitiva a queste opere,
chiudendole in un deposito;
- alle
Associazioni, in particolare a quelle che si definiscono “culturali”, affinchè
non possano dire: “non lo sapevamo”, ma si impegnino con la loro autorevolezza
e prestigio a restituirle al più presto alla fruizione del pubblico. Si eviterà
così la possibilità, peraltro legittima, che gli Enti proprietari pretendano la
restituzione dei loro pezzi per esporli altrove, lontano dal loro contesto naturale;
- a
tutti i cittadini che sono sensibili al patrimonio di bellezza che i nostri
predecessori ci hanno lasciato e di cui tutti siamo responsabili e custodi,
affinchè facciano sentire anch’essi la loro voce.
La nostra Comunità è già stata privata del Museo
del Lavoro Contadino, che giace da quasi un decennio abbandonato in un luogo
del tutto inadatto, più simile a una discarica che a un deposito.
Non facciamoci sottrarre anche il piacere di
ammirare e far ammirare i “Tesori” del nostro territorio.
Clementina Missiroli Brisighella, 23 maggio 2012. Via Pianori 2 -
48013 Brisighella (RA) e-mail:cmissiroli@libero.it cell: 339 7466697
“MONOPOLIO NELLA DISTRIBUZIONE DEI GIORNALI”? ESISTE PER LEGGE, I GIORNALI NON POSSONO ESSERE CONSEGNATI ALLE EDICOLE.
POVERA
ITALIA, BLOCCATA DA 20 ANNI DA LACCI E LACCIOLI, E’ ORA DI DIRE BASTA.
Nei giorni scorsi ho presentato un’interrogazione
alla Provincia di Ravenna affinché s’interessi per aprire o mantenere le
edicole esistenti perché esiste il “monopolio” della distribuzione, prendendo
l’esempio del caso di Brisighella. L’edicola “centenaria” del centro storico,
chiusa per un anno, non può più riaprire perché la ditta CDL con sede legale ad
Avellino non è d’accordo. La notizia non interessa tutti, forse esiste un
ferreo controllo, ma immediata la risposta della “NDM di Milano” inviata alla
“CDL Bologna”, che asserisce: “ le preesistenti rivendite, hanno nel tempo
inesorabilmente deciso spontaneamente la loro chiusura, per sostanziale
insostenibilità economica della loro attività” nel caso di Brisighella non è
vera, due ditte, dopo la rinuncia del titolare hanno dato la loro disponibilità
per la riapertura. La ditta NDM asserisce che può non consegnare i giornali
perché: 1- “consentito dall’Autorità
Garante per la Concorrenza e il Mercato (AGCM IC/20 e AGCM IC/35 II parte)
e dalle sentenze della Cassazione del 23.2.94 n. 1785 che afferma che non
sussiste a carico delle imprese di distribuzione locale della stampa alcun
obbligo di fornitura di prodotti editoriali a favore delle rivendite titolari
di autorizzazioni”. 2- “ non esiste
l’obbligo legale della fornitura……ai sensi… dall’art. 41 della Costituzione, né ai sensi dell’art.
2597 codice civile (AGCM
IC/20). 3- “non può automaticamente
tradursi in addebito certo alla distribuzione, ma deve trovare in altra sede idonea e possibile
soluzione. E disponibili ad ogni valutazione congiunta, con
l’unico limite tuttavia di una soluzione sostenibile nell’esercizio
dell’attività d’impresa de Rivenditore e del Distributore”.
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Ieri
IL MUSEO CIVICO GIUSEPPE UGONIA
Giorgio Cicognani - Conservatore del Museo Ugonia di Brisighella. E' stato recentemente ampliato e riaperto al pubblico il Museo Civico Giuseppe Ugonia nell'edificio dell'ex pretura in piazza Marconi a Brisighella. Al primo piano si possono ammirare le splendide litografie, incisioni ed acquerelli di Ugonia e la ricostruzione del suo studiolo, dove sono conservati i colori, le pietre e il grande torchio dell'artista. Data la delicatezza del materiale, non sono state esposte tutte le sue opere, che sono comunque visibili su richiesta in una saletta attigua. Al secondo piano, frutto della collaborazione di diverse Istituzioni, sono raccolti i "Tesori nascosti", opere, quasi tutte di manifattura locale, provenienti in gran parte da chiese del territorio a testimoniare la fiorente produzione artistica dei secoli passati, riferibile ad un arco temporale dal XIV al XX secolo. Si possono così ammirare la grande pala d'altare di Giovan Battista Bertucci, il Giovane, raffigurante : L'Orazione nell'orto, un prezioso presepe in terracotta policroma di produzione faentina della fine del XV secolo, una rara tela di Nicolò Paganelli, che rappresenta una Crocifissione e la grande tela di Giovanni Francesco Barbieri, detto il Guercino, commissionata dalla famiglia Naldi di Brisighella, e datata 1618, raffigurante San Francesco e San Luigi in adorazione di un'immagine, sacra. Si possono inoltre vedere sculture:lignee di Nicola e Ottaviano Toselli e pitture sei-settecentesche di autori vari, tra i quali vanno menzionati Tommaso Missiroli, detto il Villano, Francesco Bosi e Antonio Fanzaresi. Completano l'allestimento di questa prima sala apparati religiosi ed, una rara campana con l'effigie di San Lorenzo, datata 1380, di artigianato locale. Nelle salette attigue sono esposte preziose opere in ceramica, cartapesta e manufatti di oreficeria per arredi sacri. Il Museo è un'occasione per approfondire e valorizzare un patrimonio culturale non sempre conosciuto e l'esposizione, per l'aspetto religioso che riveste, si ricollega alle iniziative avviate nella ricorrenza dell'Anno Giubilare. La vetrina dei musei - pag. 3 [1998 - N.1]
ETICHETTA:
ieri, museo Ugonia, Brisighella
LEONI FRANCA MONDUZZI, DOPO 20 ANNI, LASCIA IL PUNTO VENDITA DELLA CAB NEL CENTRO STORICO.
venerdì 25 maggio 2012
giovedì 24 maggio 2012
IL GPA (GRUPPO PODISTICO AMATORI) BRISIGHELLA CELEBRA I 40 ANNI DELLA FONDAZIONE, NATA DALLO STIMOLO DELLA PRIMA EDIZIONE NEL 1973 DELLA 100 CHILOMETRI DEL PASSATORE.
Di Ruggero
Moretti dal libro GPA 25 anni di attività edizione. Collana Brisighella Ieri e
Oggi (1998). …ritorniamo indietro nel
tempo, circa febbraio-marzo 1973, quando circolarono le prime avvisaglie che il
gruppo UOEI di Faenza stava organizzando ed allestendo una super impresa
sportiva: signori, nientemeno che la traversata dell’Appenino a piedi, con
partenza dalla Piazza della signoria di Firenze arrivo in Piazza del Popolo a
Faenza, 100 Km tondi tondi, con la data
fissata nell’ultimo sabato di maggio. La notizia fece scalpore, passò di bocca
in bocca e diventò l’argomento di discussione anche nel Bar, dove la sera ci si
trovava per trascorrere qualche ora. Devo dire che questa impresa ed affascinò tutti, essendo noi per la
maggior parte dei cacciatori e di conseguenza anche camminatori: ognuno disse
la sua, si facevano calcoli, paragoni, ma per la verità, nessuno di noi sapeva veramente cosa volevano dire 100
chilometri a piedi…….Nel paese si diffuse ben presto l’eco della partecipazione
alla Cento di un manipolo di svitati e l’interesse fu tanto che aderirono delle
persone fino allora impensabili. Sull’onda di questo magico e contagioso
entusiasmo, partimmo in quarta, ci volevano almeno qualche allenamento, ma il
tempo a nostra disposizione era sai misero, poiché mancavano appena due mesi
all’appuntamento: con un nutrito
gruppetto riuscimmo a fare 4 o 5 uscite alla domenica mattina. Quando
restarono solo 15 giorni al fatidico sabato
26 maggio, qualcuno balenò in testa l’idea di fare una prova generale: da Brisighella
alla colla e ritorno (circa 80 Km).
………..Menziono solo i due
autentici trascinatori di questa odissea Campagnoni Augusto e Santandrea
Germano, generosi sempre in testa a spronare ed infondere coraggio, nei momenti
di crisi dell’inesperto drappello. Io patii con un paio di scarpe da tennis
nuove, ma ebbi la brillante idea di mettere nello zainetto un paio di sandali
“da frate” ,
LA CENTO CHILOMETRI DEL PASSATORE FESTEGGIA I 40 ANNI. PRIMA EDIZIONE NEL 1973.
La sempre meravigliosa Cento Chilometri del Passatore
raggiunge la sua 40^ edizione, un traguardo di prestigio, sia perché sancisce
la vitalità e qualità di una delle corse di gran partecipazione di podisti
italiani e provenienti da tutto il mondo
e per la grande presenza di pubblico lungo il percorso. Il percorso iniziale
l’attraversamento all’interno di Brisighella avveniva in via Naldi e Piazza
Marconi davanti al Comune con il
rifornimento agli atleti. Dopo due anni nel 1975 per il grave affaticamento
degli atleti, già provati da quasi 88 chilometri di duro percorso e del Passo
della Colla di Casaglia, il tragitto fu trasferito dalla piazza Carducci procedendo per Via Fossa
senza l’ulteriore tratto in salita di via Fiorentina. Tanti i brisighellesi che
hanno partecipato alla gara in questi 40 anni, soci della GPA fra questi,
sperando di non scordare alcuni nell’ultimo periodo: Giovanni Dalmonte
(1929) sette volte, Moretti Ruggero
(1943) cinque volte, Ezio Bertelli (1932) una volta, Luciano Chiarini (1946) due volte, Andrea
Lama (1963) due volte, , Augusto Masi (1947) una volta classificato 95°
tempo 11 h 28’, Bruno Monduzzi (1941) tre volte, Vittorio Olivucci
(1940) una volta, Claudio Rondinini (1948)
alla prima edizione più altre tre volte, , Giuseppe Rosetti (1952) una
volta, , Dino Savorani (1930) detto Grignera tre volte, Lorenzo
Sbarzaglia (1951) una volta, Franco Monte vecchi (1948) due volte, Domenico
Spada (1930) una volta, Giorgio Suaci (1938) quattro volte, Remo Tagliaferri
(1927) una volta, Fernando Visani (1936) una volta, Bruna Zerbini (1939) una
volta e quelli scomparsi: Girolamo Liverani (1930) detto Ciacki dieci volte ,
Augusto Compagnoni-(1925) una volta, Lino Rondinini (1935) due volte, Germano
Santandrea (1925) tre volte, Roberto Zucchini (1924) sei volte.
Al successo della gara in questi quarant’anni
hanno contribuito fin dall’inizio e ancora oggi
la fattiva collaborazione lungo il percorso dei volontari delle società
sportive di San Cassiano, Fognano e Brisighella in particolare della G.P.A. con
Renzo Sgarzani che collabora da decenni
portando la figura del Passatore su di un’auto scoperta da Firenze dalla Piazza
della Signoria in via de’ Calzaiuoli, fino alla Piazza del Popolo a Faenza. I
brisighellesi dalle ore 20 nelle vie del centro storico hanno sempre stimolato
e applauditi i concorrenti che hanno raggiunto anche i 1.600 concorrenti, nel
2012 arriva quota 2000!. Auguri di buon proseguimento.
mercoledì 23 maggio 2012
TORNA IL TERREMOTO MA LE DIMENTICANZE E LE PRESCRIZIONI, INEVASE DA DIECI ANNI, NON TOLGONO IL PERICOLO PER I RESIDENTI DI BRISIGHELLA.
Il terremoto di sabato il più violento degli ultimi
450, come afferma Linguerri, che ha svegliato l’intera Emilia-Romagna con morti
e danni a Finale Emilia, mi fa riprendere una lunga battaglia iniziata dieci
anni fa (2002) per la sicurezza del centro storico di Brisighella che purtroppo
non ha portato a nessuna conclusione per la negligenza e forse l’omertà di chi
deve prendere i necessari provvedimenti. Nel lontano 4 maggio 2002, segnalai la
sopraelevazione di un piano a un fabbricato, in pieno centro storico, di fronte
al Palazzo comunale e alla finestra del Sindaco di Brisighella Sangiorgi Cav.
Cesare, il tutto realizzato al di fuori delle norme urbanistiche e sismiche, la
denuncia arrivò al Tribunale di Ravenna, andò in prescrizione perché passati i
termini, la perizia del tecnico del tribunale confermava l’abuso. Il 7 settembre 2009, raccomandata al nuovo
sindaco di Brisighella, al segretario comunale, a tutti i consiglieri, di
prendere iniziative per tutelare la sicurezza dei cittadini e gli interessi
economici del Comune di Brisighella, recuperando i danni subiti, per le casse
del Comune. Il “PALAZZO ex POSTE". Necessario garantire i cittadini di
Brisighella, per non creare un caso come quello della “Casa della Gioventù”
all’Aquila che tutti sapevano e nessuno è intervenuto in anticipo. Il 29
novembre 2009 l’assicurazione scritta che il problema sarebbe stato esaminato,
poi nessun provvedimento, in data 24 giugno 2011 un nuovo sollecito con
raccomandata e un’interpellanza del consigliere regionale Gianguido Bazzoni
perché "La Regione Emilia-Romagna, assieme alla Protezione civile
nazionale e del Cnr-Igag, realizzerà a un progetto sperimentale di valutazione
del rischio sismico a supporto della pianificazione urbanistica". Un
progetto che vedrà coinvolti i Comuni di Faenza, Brisighella, … richiedeva “che sarebbe altrettanto utile che si
verifichi anche la stabilità di quegli edifici che sono stati costruiti al di
fuori delle norme urbanistiche e sismiche, mi viene in mente ad esempio il
caso della sopraelevazione di un edificio in centro a Brisighella di fronte al
Palazzo comunale…. ". Dopo
le segnalazioni, le denunce, le interrogazioni, tutti rimangono muti, zitti non
danno risposte. Perché non si prendono i provvedimenti, si deve forse coprire
qualcuno? Certamente qualcosa non funzione, sono passati dieci anni di lotte e
denunce e la situazione è ancora quella del 2002! Parole, parole…. Certo non aspetterò ancora
un altro terremoto!
“FURBETTI” NEL COMUNE DI BRISIGHELLA, PER NON PAGARE I DANNI ARRECATI AI PRIVATI, AVEVANO CREATO UN FONDO PATRIMONIALE A FAVORE DEI FAMILIARI.
ALTRA CONDANNA DELL’ING. GIORGIO RAGAZZINI PER LO SCANDALO “GHIARONA” A BRISIGHELLA. IL COMUNE AD OGGI NON HA PRESO ANCORA PROVVEDIMENTI!!!!.
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martedì 22 maggio 2012
lunedì 21 maggio 2012
LA VERA STORIA DEL CARCIOFO “MORETTO”
Cominciamo dal nome. Botanicamente parlando non esiste un carciofo chiamato Moretto. Allora questo nome da dove viene? Semplice è un nome di fantasia.
Fantasia della fertile mente di Nerio Raccagni come tanti altri nomi dati a prodotti enogastronomici
del territorio come. Cicco novello sangiovese novello, Pietramora sangiovese invecchiato, “Brisighello” olio extravergine, “Nobil drupa” olio da olive ghiacciole, “Green Dream" olio super selezionato verde come lo smeraldo. Nerio ha sempre pensato che i prodotti devono essere buoni e facilmente individuabili, quindi con il nome. Torniamo al moretto. Anno 1989 dal podere Bacello mi portano questi carciofi, piccoli, neri spinosi. Nel frattempo la conduttrice televisiva Antonella Clerici mi aveva telefonato se avevo “un prodotto valido e ancora sconosciuto”, subito mi venne in mente il carciofo ma mancava il nome. La mamma Maddalena in gioventù faceva questi carciofi sott’olio e la sera ci coinvolgeva tutti a sbucciarli ma gli spini foravano e giù a brontolare,Allora la mamma mi disse “ questi carciofi sono come te neri spinosi ma dentro molto dolci” e siccome io per la mamma ero il suo Moretto ecco il nome dato al carciofo. Andammo poi a Milano a rai 1 e portammo i carciofi che nel frattempo erano diventati i Moretti fu un successo. Leggermente cotti a vapore e il Brisighello olio con il profumo di carciofo. La signora Clerici ci riempii di complimenti. E d’allora il mese di Maggio nel mio ristorante si servivano sempre i moretti. Nerio Raccagni
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IL SULFUREO “PICATRIX” PUBBLICATO NEL 1994, FESTE MEDIEOVALI DI BRISIGHELLA.
Brisighella, il paese dove fu tradotto il più temuto libro del Medioevo. -Esaurito-
Brisighella visse il traduttore del libro di magia citato da Umberto Eco nel suo “Il Pendolo di Foucalt” conservato al British Museum di Londra sotto il nome “Manoscritto Sloane 1305”. Anche la biblioteca dell’Arsenale di Parigi ne possiede una copia così come la Niedersachsische Landsbiblioteche di Hannover, segnato MS IV 397. Il testo, scritto originariamente in arabo nel XI secolo, fu tradotto in Europa nel 1256, sicuramente a Brisighella, il che darebbe a questa cittadina il diritto di aver diffuso nel mondo un satanico best-seller il cui contenuto andava dalla formula per distruggere una città, alla creazione del “raggio del silenzio”, dal disegno di macchine volanti alla formula per influenzare e uccidere una persona a distanza. Nel ‘500 il “PICATRIX” oltre ad esser messo all’indice dei libri proibiti, fu esecrato persino dai più accaniti astrologi e negromanti, al punto che Cosimo III de’ Medici lo fece buttare nel rogo insieme ad altri libri ritenuti empi. Certamenti il libro resta importante nel panorama dei manoscritti astronegromantici giunti da un oscuro passato.
Qualcuno dice che i terremoti che scuotono a volte Brisighella sono tenuti a bada da un sortilegio del Picatrix: chissà.
NUOVA RIPUBBLICAZIONE DEL “PICATRIX”. UN LIBRO STAMPATO GIA’ DALLE FESTE MEDIOEVALI NEL 1994
Brisighella magica e il libro «copiato»
Brisighella (Ra), quasi ottomila anime. Tre pinnacoli rocciosi con la Rocca manfrediana (secolo XIV), il Santuario del Monticino (secolo XVIII) e la Torre dell' Orologio, ricostruita su resti del XII secolo. È merito di questo comune se oggi leggiamo in volgare Picatrix, uno dei più noti libri di magia dell' Occidente. Era nella biblioteca di Casanova oltre che di Ficino, Pico, Rabelais e Leonardo. Cosa accadde? Alla fine degli anni 80, durante le Feste Medievali, discutendo di Profezia si scoprì che uno dei manoscritti del libro era stato copiato il 21 maggio 1536 a Brisighella, nella «casa che è sulla piazza con due ingressi», presso il palazzo comunale. L' editrice Mimesis lo fece tradurre, partendo da un primo lavoro dei convenuti. E ora lo ristampa (pp. 274, euro 21). È di origine greco-egizia Picatrix? Forse. Di certo passò per Brisighella.RIPRODUZIONE RISERVATA (12 maggio 2012) - Corriere della Sera
ETICHETTA: IERI, Feste Medioevali, Picatrix.
DEL PICATRIX ANDREA VITALI NE’ PARLO ALLE FESTE MEDIOEVALI, PRIME E UNICHE -1980/1995-, IN UN CONVEGNO SULLA “PROFEZIA”-
Prof. Andrea Vitali*
*Chi è -clicca-
LA CURIOSITA’
IL PICATRIX, IL LIBRO NASCOSTO CHE BRISIGHELLA HA RISCOPERTO
IL PICATRIX, IL LIBRO NASCOSTO CHE BRISIGHELLA HA RISCOPERTO
Di Francesco Donati 20 maggio 2012 Corriere di Romagna BRISIGHELLA. Non poteva mancare in questo 2012 di carestie e misteri, di profezie Maya e di oscuri scenari finanziari, una notizia che mette in primo piano Brisighella quale patria dell’esoterismo, della magia e delle scienze occulte. Non fosse altro per le celebri Feste Medioevali, la cui fama si lega non solo agli spettacoli, ma anche ad importanti ricerche su uno dei periodi più inquietanti della storia. Proprio a Brisighella, qualche giorno fa il “Corriere della Sera” attribuiva il merito di poter leggere oggi il “Picatrix” il primo e più importante trattato di magia, astrologia e negromanzia pervenuto a noi dal mondo antico. Un testo che l’editrice Mimesis fece tradurre negli anni 80 partendo dai lavori di un convegno a Brisighella e che adesso ripropone in una ristampa. Magie e profezie targate Brisighella. Illustri personaggi quali Casanova, Rabelais, Pico della Mirandola, Leonardo, Marsilio Ficino, Cornelio Agrippa tenevano segretamente custodita una copia del Picatrix nelle loro biblioteche. Ebbene, la traduzione italiana disponibile prese il largo proprio da un testo manoscritto ora custodito nella Biblioteca nazionale di Firenze copiato a Brisighella il 21 maggio 1536, come risulta dallo stesso. Nel 1989 fu il faentino Andrea Vitali, direttore artistico delle Feste di allora e medievista, a convocare un’équipe di studiosi coordinata da Paolo Aldo Rossi dell’Università di Genova, lo stesso che ne ha curato la prima stampa in italiano. Il convegno era in tema con il titolo delle Feste “La profezia”. Le successive indagini portarono a scoperte straordinarie ma è recentissima quella da attribuirsi proprio ad Andrea Vitali, di aver individuato la casa dove il Picatrix fu trascritto. La casa del Picatrix. «È quella che ha due facciate su piazza Marconi» afferma Vitali. L’edificio era ancora sconosciuto. «Per un vizio di traduzione si riteneva che la casa avesse due ingressi, caratteristica comune a più fabbricati, invece il testo riferisce di una casa specifica con due facciate (duobus faciebus et iuxta pallacium comunis) sulla piazza davanti al Comune. Credo di non sbagliarmi nel ritenere che la casa sia proprio quella in angolo con i portici davanti al municipio» nota come il Palazzotto dei Naldi. I contenuti del Picatrix. I contenuti del testo sono inquietanti. Tra l’altro si raccomanda il lettore di avere scrupolo di non renderli disponibili a chi potrebbe farne un uso distorto, trarne malefizi anziché benefici per malvagità o mancanza delle competenze necessarie. «Non è un trattato di magia come l’opinione comune potrebbe intendere - dice Vitali -, bensì un testo magico - religioso appartenente alla corrente ermetica neoplatonica diffusa nel Rinascimento. Spiega l’esistenza di un Dio macrocosmico che regola gli spiriti della natura e dell’universo, un universo dove l’uomo occupa uno spazio microcosmico ed è quindi in grado di asservire a sé gli spiriti celesti, evocandoli attraverso formule e rituali riportati nel libro». Un trattato rimasto a lungo proibito. Nel Medioevo il testo è stato accusato di stregoneria, ritenuto addirittura un manuale oscuro legato all’evocazione del demonio. Diventa profetico per il destino dell’uomo attraverso l’applicazione di formule e riti magici che mettono in corrispondenza simboli e forze naturali, pietre, animali, pianeti e piante. E’ stato stampato solo dopo la rimozione dei vincoli di “trattato proibito”. Così è diventato una fonte d’ispirazione di numerosi gialli, come ad esempio quelli scritti da Valerio Evangelisti e da Umberto Eco. Lo conoscevano anche gli egizi. L’edizione in italiano è tratta dalla traduzione latina, diffusa segretamente tra il Trecento e il Quattrocento, di un testo più antico di origine araba e pare addirittura egizia, il cui titolo vuol dire “la fine del saggio”. Potrebbero trovarvi spiegazione alcuni misteri legati alle piramidi e a sortilegi divini. Secondo taluni però, Picatrix non è altro che una distorsione del nome Ippocrate.
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Vitali Andrea
venerdì 18 maggio 2012
1952 -60 ANNI- IL MATRIMONIO DI “FRANCO E LUISA ZOFFOLI” DI BRISIGHELLA.
LA FOTO RICORDO CON GLI AMICI ESPOSTA IN QUESTI GIORNI NELLA
VETRINA DELLA FARMACIA ZOFFOLI.
La Farmacia Zoffoli da novantatre
anni in attività a Brisighella, offre un egregio servizio famaceutico ai cittadini,
inoltre è un punto di qualificazione della vita sociale di Brisighella.
L’arredo della farmacia è ancora quello tipico dei primi del secolo ed è di una
rara bellezza e. La vetrina posta all’ingresso da un decennio è una “chicca” illustrando con attrezzatura tipica del secolo scorso e
fotografie antiche di personaggi
brisighellesi e viene aggiornata ogni due o tre mesi. In questi giorni
nella vetrina si può ammirare un fatto
del 1952 “l’amaro Bisleri e due foto del
1952” in occasione del matrimonio di Franco
e Luisa Zoffoli”. Nella foto sopra di 60 anni fa, da sinistra il dott. Omero
Manetti, Ettore Pistocchi ex proprietario
della nuova sede della Fondazione la Memoria Storica di Brisighella in via
Naldi 17,il prof. Vladimiro Fabbri industriale al quale nel 2011 è stata intestata
l’omonima piazzetta adiacente alle
scuole medie Ugonia ,il dott. Franco e prof. Luisa Zoffoli insegnante
di educazione fisica alla scuola media Ugonia, il dott. Piercarlo
Montevecchi, il prof. Angiolino
Silvestrini fratello del cardinale Silvestrini, Giuseppe Magnani noto noleggiatore della mitica Fiat 1400 e officina.
Grazie alla farmacia Zoffoli che ricorda la “memoria” ai Brisighellesi.
giovedì 17 maggio 2012
ROMAGNA MIA: RONCHI DI CASTELLUCIO, VERTICALI EMOZIONI
Scritto da: Gabriele Succi martedì 15 maggio 2012
Nell’immaginario collettivo la Romagna è sinonimo
di distese infinite di ombrelloni, piadine, discoteche, vitelloni e sballo.
Molti però ignorano che la parte più caratteristica, verace, meno appariscente,
è l’entroterra con i suoi bellissimi borghi collinari circondati da vigne e
olivi. Il noto regista e produttore cinematografico Gian Vittorio Baldi,
lughese di nascita, nel 1974 di ritorno da Roma, rimase rapito da quei paesaggi
e fondò il “Castelluccio”, nelle colline
fra Brisighella e Modigliana, a cavallo fra le province di Forlì e di
Ravenna. L’azienda si trova ad un’altitudine che va dai 250 ai 500 m. slm, con
terreni formati da uno strato compatto di marna e calcare dove furono
individuate microzone particolari tra macchia e calanchi, adatte alla
produzione di uve di altissimo livello qualitativo; queste zone da noi in
Romagna sono definite i “Ronchi”, così chiamati perché non erano altro che pezzi di terra strappati al bosco con la
roncola. Le tendenze enologiche anni ’90 erano ben lontane dal
condizionare il mondo vinicolo italiano e Gian Vittorio Baldi, con l’aiuto di
Gino Veronelli e dell’agronomo Remigio Bordini, capì che il legame tra il
Sangiovese e i terreni che avevano a disposizione era e sarebbe stato
indissolubile.
martedì 15 maggio 2012
IL CARDINALE ACHILLE SILVESTRINI, NOMINATO ALL’UNAMINITA’, SOCIO DELLA FONDAZIONE CASSA DI RISPARMIO DI RAVENNA
La Cassa di Risparmio il 30 aprile con l’ approvazione
del bilancio 2011, con un utile e dividendo per gli azionisti ha rappresentato
l’ultima manifestazione della sua grande e indiscutibile performance e il suo
stato di salute ottenuta dal Presidente Antonio
Patuelli. La Fondazione con il Presidente
Lanfranco Gualtieri di pari passo con le sue disponibilità finanziarie,
seguendo le indicazioni dell’Organo di indirizzo e le scelte oculate dei suoi
Amministratori, ha mantenuto uno stretto rapporto con la vita della città di
Ravenna, del territorio provinciale e delle aree dove opera la Banca con gli
sportelli del suo gruppo. Ora la Fondazione, in un’intesa reale e non di
convenienza, ha eletto cinque nuovi soci, persone note per le loro specifiche e
indiscutibili professionalità e umane personalità il cardinale Achille Silvestrini, il prof. Aldo Piero Amati docente universitario, il dott. Paolo
Cagnoni, industriale, l’avv. Roberto
Fabbri ex presidente ordine avvocati
Ravenna, dott. Stefano Grandi medico
chirurgo Domus Nova. Il card. Achille Silvestrini, nato a Brisighella, è
stato prima segretario per gli Affari Pubblici della Chiesa, poi Prefetto della
Congregazione per le Chiese Orientali ora Presidente della Fondazione Domenico
Tardini di villa Nazareth e presidente della Fondazione La memoria Storica di
Brisighella –I Naldi e gli Spada- Alla
Fondazione Cassa di Risparmio e al Cardinale Achille Silvestrini i nostri
rallegramenti per le ottime scelte.
lunedì 14 maggio 2012
IL SAPORE DEL CARCIOFO AUTOCTONO BRISIGHELLESE: ALLA SAGRA DEL CARCIOFO MORETTO A BRISIGHELLA, ESALTA LE TRADIZIONI DELLA GASTRONOMIA.
Francesco Fravolini * 5 maggio 2012 . - La Sagra del Carciofo
Moretto di Brisighella riesce a conquistare il turista. È un
caratteristico prodotto della gastronomia locale, in grado di
accontentare gli autentici buongustai. Il particolare sapore del carciofo
autoctono brisighellese trionfa domenica 6 e domenica 13 maggio, con la Sagra
del Carciofo Moretto di Brisighella, in provincia di Ravenna. La Sagra
del Carciofo Moretto di Brisighella è una manifestazione fortemente
voluta per valorizzare la particolare varietà di carciofo, tipica della città
romagnola. La ricchezza di una località è molteplice: dal patrimonio culturale
alla prelibatezza della gastronomia. A Brisighella c’è il
carciofo a rappresentare un particolare risvolto dei piatti tradizionali
del centro storico romagnolo. Il Moretto può essere definito “autoctono
dell’autoctono”, perché quello vero si trova solamente nel comune di Brisighella
e, con maggiore precisione, nei tipici calanchi gessosi con
una buona esposizione al sole. Il carciofo Moretto è una variante rustica, il
cui gusto è rimasto inalterato nel tempo, leggermente amaro, fresco,
appetitoso. Il
venerdì 11 maggio 2012
NON ABBIAMO SOLDI: VISITA IN COREA DEL SUD DI UNA DELEGAZIONE ITALIANA “CITTASLOW INTERNAZIONALE”. CHI PAGA?
PROMOSSO L’OLIO DI BRISIGHELLA, PRODUZIONE MEDIA ANNUALE 36.000
BOTTIGLIE, NON BASTA VENDERLO SOLO IN ITALIA.
giovedì 10 maggio 2012
SILVANO MONTEVECCHI VESCOVO DI ASCOLI PICENO, BRISIGHELLESE, SABATO 12 MAGGIO ORE 1O,30 CELEBRA IL 50° DI SACERDOZIO
Silvano Montevecchi (Villa
San Giorgio (frazione di Brisighella), 31 marzo
1938) è un vescovo italiano. Formazione Studia nel Seminario
vescovile di Faenza; è ordinato presbitero il 16 giugno
1962.
Per quanto riguarda gli studi successivi
consegue la Licenza in Sacra Teologia presso la Pontificia Università San
Tommaso d'Aquino in Roma; successivamente ottiene il Diploma di
perfezionamento in Bioetica presso l'Università Cattolica del Sacro
Cuore in Roma Diploma in Sociologia presso la Scuola Superiore delle A.C.L.I. Incarichi
pastorali Dapprima è cappellano nella parrocchia
di San Giuseppe artigiano, insegnante di lettere in seminario e
assistente degli aspiranti di A.C. Dal 1963 al 1971 è Vice rettore in Seminario
e assistente della G.I.A.C. Dal 1971 al
1983 viene nominato dapprima vicario con diritto di successione e poi arciprete della parrocchia
di Russi (6.000 anime circa). Successivamente, dal 1983 al 1995 è Vicario
generale della diocesi di Faenza-Modigliana e
Rettore del seminario diocesano. Inoltre riveste altre cariche come Insegnante
di bioetica presso la Scuola per operatori sanitari U.S.L. 37, Assistente dei Medici cattolici e
Vicario episcopale per la vita consacrata. Nel 1988 è nominato Protonotario
Apostolico ed Insegnante di Teologia Morale alla
Scuola di Formazione Teologica per Laici. Dal 1995 al 1997 è Parroco della Cattedrale di Faenza
e in seguito è Amministratore Diocesano dal 19 maggio 1996 al 29 giugno 1997. Nomina
vescovile:Il
30
agosto 1997
è eletto vescovo della diocesi di Ascoli Piceno. Riceve l'ordinazione episcopale
il 4
ottobre 1997
dal cardinale
Achille Silvestrini (coconsacranti:
cardinale Pio
Laghi, arcivescovo Benvenuto Italo Castellani). Ha
poi conferito l'ordinazione episcopale a Giuseppe Petrocchi.
Rallegramenti e auguri dalla redazione a S.E.
Silvano Montevecchi. .
mercoledì 9 maggio 2012
COLLANA BRISIGHELLA IERI E OGGI
Pubblicato
il numero 30
“BRISIGHELLA
E L’UNITA’ D’ITALIA” -NON PIU’
CLAMORI, MA VOLONTA’ FERMA-
Venerdi 13 maggio 2012 alle ore 20,00 presso il
Foyer del Teatro Maria Pedrini verrà
presentato presentato il libro di Alberto Malfitano, Brisighella e l’Unità d’Italia. “Non
più clamori, ma volontà ferma”, da parte del Prof.ssa Fiorenza
Tarozzi (Università di Bologna e Museo del Risorgimento Bologna). La presentazione
conclude le manifestazioni del 150°, presentando il libro di Alberto Malfitano,
realizzato dopo una ricerca svolta nel nostro Archivio Storico Comunale con il
contributo e lo stimolo iniziale di Antonio Drei, scomparso recentemente, al
quale il libro è dedicato.
Brisighella
e l’Unità d’Italia. “Non più clamori, ma
volontà ferma”,
è pubblicato grazie al sostegno della
Fondazione Cassa di Risparmio di Ravenna, e farà parte della Collana Comunale Brisighella ieri e oggi.
Il libro costa €.
12 è in vendita presso il Municipio di Brisighella, ufficio economato
tel. 0546 994413
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