Sette Sere -
«Non possiamo dire con certezza scientifica cosa succeda qui da noi a
seguito delle importanti e devastanti scosse avvenute nel centro Italia in
questo ultimo periodo. Quello però che possiamo affermare con trasparenza ed
evidenza, perché sono scritti sui rulli di carta dei miei sismografi, che da
allora, e nelle ultime settimane, ho registrato quasi trecento scosse. Mote
delle quali collocate nel comprensorio forlivese e mugellano». Questo è quanto
afferma Flavio Linguerri, ex elettricista e sismologo per passione amatoriale,
sulla situazione riguardante questa particolare fase di instabilità tellurica.
Nel suo studio allestito a Casola Valsenio, Linguerri, da una trentina di anni,
precisamente dopo la morte del suo «maestro» faentino Raffaele Bendandi, registra
e capta i movimenti della terra sparsi in tutto il mondo. In queste ultime
settimane i pennini dei suoi strumenti hanno continuato a oscillare con estrema
frequenza. «Tanto è che devo staccarli se non mi finiscono tutta la carta. Da
piccoli terremoti a scosse di quasi 3,4 gradi Richter - sottolinea lo stesso
Linguerri - è un'oscillazione continua. Non possiamo dire se i fatti sia
interconnessi. La situazione dell'Italia però è chiara. La parte tirrenica si
sta spostando allontanandosi da quella adriatica. Questo sta creando movimenti
di faglia importanti». Spostamenti che hanno portato gli scienziati a misurare,
ad esempio, un abbassamento del terreno di 60/70 cm rispetto al passato nelle
ultime zone colpite a fine ottobre. Sul territorio romagnolo la situazione non
è facile da fotografare. «Le zone sismiche che ogni tanto si risvegliano -
spiega il sismologo casolano - sono quelle del Mugello e del forlivese. Non
posso dire con scientifica certezza se il rapporto sia conseguente ai fatti di
Arquata prima e di Norcia poi. Sta di fatto che la terra si sta muovendo e i
miei strumento lo registrano». (r.iso.)
Nessun commento:
Posta un commento